Che rapporto hai con i confini personali? (I tuoi e quelli degli altri)

Il cancello si apre. La macchina riparte sul vialetto di ghiaia e continua a seguire il percorso ondeggiando. È una domenica mattina di novembre; le nuvole corrono veloci nel cielo incerto, mentre i nostri cuori sono in fremente attesa. A casa tutto è pronto per accogliere lei: Lady Blackvelvet.


Il nostro primo incontro era stato frutto della Magia dell'Amore... Quella che lavora invisibile anche quando non te ne accorgi.

Era avvenuto quasi un mese prima, grazie a un'anima grande che ho il privilegio di avere come amica.


Lady Blackvelvet probabilmente mi vide arrivare; se ne stava sempre di guardia sul muretto (come fa ora sul davanzale della finestra alta del salotto), sbirciando tra le pieghe traslucide della plastica, per captare i movimenti che provenivano dall'esterno di quel box che era casa sua da un anno.

La volontaria aprì la porta e lei era lì, quasi all’altezza della mia visuale; i nostri occhi si sono incrociati la frazione di un secondo... Troppo poco perché arrivasse alla consapevolezza, abbastanza perché colpisse il cuore.

Iniziammo a girare i box, ma io ero stata chiara con la mia amica: "Stiamo cercando un nuovo membro della famiglia"...

Non volevo semplicemente un gatto!


Ora potresti domandarti: “Cosa c’entra tutto questo, cosa c’entra un gatto con i confini personali?”


C’entra eccome perché Lady Camilla Blackvelvet (meglio nota come Cami), con il suo pelo nero corvino e gli occhi verdi è la miglior insegnante che finora ho incontrato sulla comprensione e gestione dei confini personali.


Prima di continuare devo fare un passo indietro, e tornare a prima del giugno 2022, quando nella mia vita c’era Godot.


Godot è stato il mio gatto da sempre: l’ho trovato che aveva pochi mesi, salvandolo dalle angherie dei ragazzini crudeli che bazzicavano i vicoli del centro storico di un paesino della Ciociaria.

Godot era il MIO gatto… Mi sentiva arrivare da lontano, e quando l’ho portato a Roma si è abituato in un batter d’occhio. Ma soprattutto non mi mollava un secondo: era sempre intorno a me in un modo o nell’altro, e io ero abituata a essere inondata dal suo amore felino, nonostante poche persone avessero avuto l’onore e il privilegio di vederlo (mai nome fu più azzeccato per un gatto che molti pensavano non esistesse).

A giugno del 2022 ho dovuto salutare Godot, in quella che è stata una delle settimana più strazianti per la nostra famiglia. Ci siamo dati del tempo, perché non volevamo che quel vuoto fosse subito colmato.

Quando siamo stati pronti, la nostra porta e i nostri cuori si sono aperti a Lady Camilla Blackvelvet.


Non sono stata subito sicura che fosse la gatta adatta a noi. Sapevamo che il suo passato era complicato, che un anno trascorso in gattile lascia il segno, e abbiamo cercato di costruire intorno a lei una bolla in cui potesse sentirsi protetta.

Ma nonostante questo, lei restava schiva; affettuosa, a modo suo, ma schiva…


Non ero pronta a un rapporto del genere!


Io avrei voluto una versione aggiornata di Godot, che mi si accoccolasse sulle gambe appena mi sedevo, che ricucisse quel filo che è stato spezzato, riempiendo i vuoti con coccole e fusa.


Ma Lady Blackvelvet è un’insegnante!


Come Sacerdotessa della Dea sono consapevole che possono arrivarmi insegnamenti da qualsiasi creatura, e per questo resto aperta a tutti i segni che ricevo.

Nei mesi di frustrazione in cui guardavo Lady Blackvelvet scrutarmi da lontano, pronta a scappare a ogni accenno di prenderla in braccio, piano piano ho imparato a comprendere, e praticare, la sottile Arte dell’Accettazione.

Accettare il fatto che il mio bisogno di ricevere amore e protezione (come accadeva con Godot), doveva fare i conti con il SUO bisogno di sentirsi protetta e al sicuro.

Comprendere che l’Amore è qualcosa che si costruisce istante per istante, ma ha bisogno del tempo per rendersi manifesto.


Imparare che luogo in cui si costruisce l’Amore è quella membrana sottile e delicata che delinea i nostri confini personali: un passo falso e tutto crolla.

Entrare in contatto con un’altra creatura, qualunque essa sia, significa sempre oltrepassare un confine, e andrebbe fatto con delicatezza e il massimo rispetto.

Quando restavo seduta, sconsolata, a guardare questa piccola gattina formato mignon dall’aspetto regale, domandandomi: “Cos’è successo? Pensavo che ci fossimo scelte… Sono tornata indietro anche se non ti avevo vista, perché in qualche modo ci eravamo agganciate e ti ho sentita richiamarmi dagli altri box”, non mi rendevo conto che anche lei mi stava guardando, e iniziava ad adattare lentamente i suoi confini personali a noi, per permetterci di entrare.


Mi è bastato restare seduta un po’ più a lungo a osservarla, spostando leggermente il mio punto di osservazione: e ho compreso!


Ho lasciato aperto il mio cuore, per immergermi in questo mondo nuovo che avevo appena iniziato a esplorare, ed ecco che una mattina Lady Blackvelvet è saltata sulle mie gambe!


Ora, le nostre giornate iniziano con questo rito così unico e prezioso delle “coccole meditate”, e mi sta bene che l’unico momento in cui vuole venire in braccio sia durante la mia meditazione mattutina.


Ho voluto raccontarti questa storia per offrirti un esempio concreto di cosa significa muoversi sui confini personali delle altre persone (e delle altre creature).

Per me questo è un tema molto caro e importante, perché con il tempo ho anche compreso che è una parte essenziale delle fondamenta su cui costruire il nostro BenEssere come persone (ecco perché mi interessa tanto da Naturopata… ops, Naturopatessa ;-P).


Ne parlo in modo un po’ più approfondito nel percorso che ho realizzato per aiutare le persone ad attraversare le tempeste della loro vita riportandole verso il proprio centro, verso il proprio BenEssere.


Se ti interessa scoprire in che modo il BenEssere ha a che fare con i confini personali, scrivimi per richiedere info.

BenEssere in Armonia - Letizia Rossi

Via Cesare Arzelà 14, 00146, Roma

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Professione ai sensi della legge 4/2013

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